Un libro da tasca di difficile definizione. Non è un romanzo, non un saggio, né una raccolta di racconti... Eppure ha in sé parti di tutti questi generi letterari. Impreziosito da scatti in bianco e nero, si presenta come un taccuino di viaggio del vivere e dello scrivere.
Per Monique Pistolato la scrittura è un’esperienza totale che scava nella persona e nel mondo circostante in un continuo rimando tra dentro e fuori. Esplora il bisogno alla narrazione germogliato in un contesto di rocambolesche vicissitudini infantili, traslochi e consolazioni di storie. Nutrimenti per far fronte all’imponderabile. Ma il rapporto con la lettura, sembra essere per lei, quello più intimo ed esclusivo per ricevere vitamine di emozioni e saperi: bambagia di protezione. Ci apre così la sua valigia di attrezzi invisibili: i sensi come elemento conoscitivo, una bussola per l’incontro con “l’altro”, recettori che incamerano conoscenze da tradurre in parole. Parole che legano le esistenze all’eternità o che diventano orticanti nel consumo banalizzato del quotidiano, ne redige una rubrica affettiva.
Chiude con ritagli di quotidiano fermati dal racconto. Stanze. Treni. Baci dati e mancati. Isole.
Il volume ha ricami di foto di Mariateresa Crisigiovanni. Visioni che intensificano le trame e abbracciano le parole nel sogno marino dell’immagine di copertina...
Una scrittrice e una fotografa si sono incontrate nel terreno sensibile dei linguaggi in un’opera che, nei piccoli dettagli, svela la sua forza profondamente sociale.
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